Un nuovo racconto di vita. La grata per seccare i fichi.

Ci sono tanti modi per raccontare storie. C’è chi lo fa ricostruendo un oggetto del passato. E per realizzarlo compie un lavoro di memoria e ingegno.
Giuseppe aveva cinque anni quando, per la prima volta, ha visto suo fratello Demetrio realizzare una grata per seccare i fichi. Altri tempi.

Oggi l’ha riprodotta, con gesti sicuri e veloci. Sembrava tornato bambino.
Ha tagliato nella macchia lunghe propaggini di rovo. Le ha ripulite dalle spine, lasciando solo la corteccia. Poi le ha torte e intrecciate intorno a rami più robusti disposti a formare la base.

Ci sono volute altre mani e altre braccia per forzarli e incastrarli tra loro. Quelle di suo figlio Pietro e di Teresa, che hanno offerto il loro aiuto.

La natura si è arresa alla volontà artigiana, che l’ha incoronata di una cornice di salici prima di vedere l’opera finita.

Un’opera fatta di materiali semplici. Essenziale, utile, che invecchiando s’impreziosisce e diventa un nuovo racconto di vita.

Felicia Lione
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