Il linguaggio vero nei disegni dei bambini.
Trovo disegni ovunque.
Riconosco da lontano la mano.
Quelli di mia figlia, la più piccola, hanno i bordi ritagliati, lei adora ritagliare.
Disegna, colora disordinatamente e poi ritaglia con attenzione e sempre maggiore abilità.
La più grande invece adora disegnare,
passa la maggior parte del tempo a tracciare particolari, dettagli, con risultati sorprendenti.
A fine giornata raccolgo i più belli, li conservo, scrivo dietro la data.
Spesso me li regalano, mi dicono <questo è per te, mamma>.
E non sanno quanto siano preziosi per me quei segni colorati,
quelle forme che parlano del loro mondo di bambine,
che mi portano i loro pensieri, prima delle parole.
Le osservo disegnare e penso che sia quello il loro linguaggio più vero,
fatto di grandi mani e braccia che accolgono,
di occhi spalancati, fiori e arcobaleni.
<Grazie>, gli dico, <li conserverò>.
E loro si perdono in un’espressione sorpresa e grata.
Intuiscono l’amore,
lo catturano con gli occhi e con le mani
lo portano sopra un foglio bianco
in un grande scarabocchio di tanti colori.
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Ci sono due modi per abbracciare l'impossibile: scrivere e disegnare. Io ci provo, ogni giorno.
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[…] piace quando litigano perché la più piccola deve disegnare una “cosa importante” (semplici linee su un foglio bianco), mentre la grande vuole […]
[…] piace il loro linguaggio che cresce, prende […]
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