Quando la vita ti fa un dono inaspettato

Illustrazione di Rosita Lione

A volte succede.

Succede che la vita ti sorprende e ti fa un dono inaspettato.

Quando pensi che la strada è sbarrata e devi cambiare direzione.

Succede che ti ritrovi a guardare quel test, positivo.

E leggi più di una volta le istruzioni

per sapere se hai interpretato bene le due linee blu che formano una croce.

Succede che non hai più voce.

e non gridi: «sono incinta!»

E’ stato troppo lungo il tempo passato a sperare.

Troppi anni, esami invasivi e non, troppi medici, pareri.

Troppi tentativi falliti, in quel tunnel della fecondazione assistita

che ti fa guardare in un’unica direzione: la luce.

La luce dei tuoi follicoli che crescono, degli ovuli che il medico definisce “ottimi”.

La luce di quei piccoli semi che loro chiamano “embrioni”,

ma che per te sono già tutto, voce, carne, respiro.

Troppi giorni passati a sperare, a custodirli dentro con cura,

muovendoti con attenzione, dolcemente, per consentirgli di attaccarsi a te.

E poi quelle telefonate al laboratorio, l’attesa interminabile

prima di sentire il risultato:

Minore di due, minore di due, minore di due.

E si ricomincia.

Davvero troppi, troppo.

Ascoltare un medico, l’ultimo dopo tanti che ti dice

«Le consiglio di rinunciare, a volte neanche la medicina può dare spiegazioni. E’ difficile interpretare la natura.»

E tu diventi piccola, ti ritiri come un capo infeltrito.

Diventi sterile e ruvida e vuota.

E allora fai finta che non t’importa e le trattieni quelle lacrime,

anche se senti l’odore.

L’odore di quelle pance, prospere e altere.

L’odore degli ormoni, dei neonati che riempiono il mondo.

Ti svegli al mattino e ti spaventa il silenzio.

Le stanze che rimarranno vuote.

Lo guardi ancora quel test

e l’unica cosa che riesci a dire è «leggi tu…»

Dimmelo tu cosa succede.

Dimmi che è vero.

La mia voce non è attendibile, viene dal sogno.

Tu guardi il test e parla il tuo sorriso. Mi paralizza.

Rimango immobile sotto la cascata di emozioni.

E mentre ritorno a respirare, piano,

le mie mani sono già lì, sul mio nido, a dargli calore.

Sono incinta, ma non lo dico ancora.

Le lascio dentro le parole.

Preziose.

Le mie labbra ancora non si muovono

ma sento il cuore che si allunga, già ti cerca, figlio.

Costruisce ponti.

E’ un muscolo rosso che ora ha lunghi tentacoli elastici.

Scavalca le mie membra per arrivare a te.

Quello che farò io tutta la vita.

La mia vita ora si allarga, si apre a migliaia di strade

e tutte parlano di te.


Felicia Lione

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Ci sono tre modi per abbracciare l'impossibile: scrivere, leggere e disegnare. Io ci provo, ogni giorno.

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5 commenti
  1. Marianna
    Marianna dice:

    Nulla ci è dovuto, tutto ci è donato, a noi genitori il compito custodire e coltivare il dono e renderlo, a tempo debito, al mondo. Complimenti Fely, mamma 4.0!

    Rispondi
    • felicia
      felicia dice:

      Grazie per il 4.0 Marianna. E’ vero nulla ci è dovuto, io sono stata fortunata e ancora oggi, quando guardo le mie figlie, mi ritornano in mente i giorni che ho passato a desiderare di essere madre. Ora, ogni attimo, mi sembra prezioso e spero davvero di riuscire in qualche modo a restituire qualcosa alla vita e a chi mi sta intorno.

      Rispondi
  2. Ilaria
    Ilaria dice:

    Oggi che ho una piccola vita dentro di me dopo 3 lunghi anni di PMA capisco quanto sono fortunata…quanto grande e’ il dono che sto per ricevere! Ma mai dimenticherò quei corridoi, quelle lunghe attese, e quei risultati negativi…anche se adesso leggendo queste stupende poesie, tra ormoni e ricordi, non posso trattenere le lacrime mi permetto di dare solo un consiglio: NON PERDERE MAI IL VOSTRO BELLISSIMO SORRISO…È LA VOSTRA FORZA PIÙ GRANDE.

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Trackbacks & Pingbacks

  1. - profumodifigli ha detto:

    […] silenzio delle stanze vuote e il pensiero opprimente che sarebbero rimaste tali, per […]

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